La nostra proposta:
Udine est

Cosa definisce una città? La qualità dei luoghi pubblici e la sua dimensione plurale e produttiva. In 5 anni di lavoro abbiamo costruito una proposta concreta, articolata e che tiene conto delle esigenze dei cittadini.

#Udine2023 #MarchiolSindaco

Cosa definisce una città? La qualità dei luoghi pubblici e la sua dimensione plurale e produttiva. In 5 anni di lavoro abbiamo costruito una proposta concreta, articolata e che tiene conto delle esigenze dei cittadini.

Verso #Udine2023!

Udine est

via Cividale, San Gottardo, Quartiere Aurora, Laipacco

Linea ferroviaria: sanare la cesura

Un importantissimo obiettivo che ci poniamo è quello di ricucire la città, mettere in collegamento virtuoso i suoi quartieri per creare diffusamente degli spazi con un ambiente migliore e a servizio delle persone.

Si tratta di creare un contesto urbano capace di mettere in dialogo le persone e offrire maggiori possibilità e occasioni per tutti.

È l’unico modo per rafforzare la comunità udinese, premiare le relazioni e la collaborazione tra le persone al fine di rendere ognuno di noi più forte e più capace di rispondere a situazioni di difficoltà sociale ed economica. La ridefinizione dello spazio pubblico deve avere questa stella polare.

Per fare questo, una priorità deve essere quella di sanare le fratture e i vuoti che ci sono oggi nel tessuto urbano udinese. Ad esempio, la zona est è segnata dalla linea ferroviaria Udine-Tarvisio che per 8 km funge tuttora da sede per i treni passeggeri, essendo riservata la circonvallazione interrata quasi al solo traffico merci. Si tratta di una barriera di ben cinque passaggi a livello che incide profondamente sulla sicurezza e sulle attività degli abitanti locali che vivono una situazione di squilibrio con il resto della città. Si tratta di una cesura che deve essere sanata restituendo quello spazio alla città in un’ottica di ricomposizione, miglioramento e rilancio del territorio. Questo significa che lo spazio oggi utilizzato da quella ferrovia dovrà essere restituito alla città ma non con un nuovo enorme e univoco progetto che rischia di costituire una nuova frattura, seppur di diverso genere. Occorre invece dapprima una presa in carico politica -da parte della prossima amministrazione comunale- per raggiungere l’obiettivo in tempi certi e poi mettere tutto il Comune in dialogo con i quartieri coinvolti per valutare assieme come utilizzare quello spazio: ogni singola porzione della città ha le sue esigenze, la sua configurazione ambientale ed economica e quello spazio può rappresentare un pezzo di risposta ai bisogni del luogo. Ecco perché quello che può essere fatto lungo i diversi chilometri di tracciato senza più il passaggio dei treni non deve necessariamente essere uguale lungo tutto il tracciato ma può trovare risposte diverse, a seconda delle parti della città coinvolte e delle esigenze ambientali, sociali ed economiche dei cittadini di quel luogo.

Le nostre proposte per i quartieri di Udine Est

via Cividale e San Gottardo

Via Cividale è sia un importante asse di ingresso-uscita dalla città, affiancato dalla ferrovia che collega Udine a Cividale, che un luogo dalla particolare vitalità commerciale con anche molti negozi di prossimità. Diventa cruciale nobilitare questo asse e migliorare i quartieri che attraversa interpretandolo per quello che effettivamente è: un importante viale cittadino, non una superstrada.

I lavori che hanno visto impegnato questo viale negli ultimi mesi sono invece figli di una logica vetusta e fallimentare che si impegna solo a tutelare il traffico auto, dequalificando questo importante asse storico ed economico della città. Nelle foto 2 e 3 vedete i lavori già ultimati. Sì, quel marciapiede a mattonelle con i pali in mezzo sarebbe un percorso “ciclopedonale”. Nella foto 1 invece i lavori sono ancora da eseguire ma potete vedere l’ampiezza della sezione stradale che garantirebbe degli interventi ben diversi. Quali? Nei nostri render grafici, potete vedere il tipo di soluzioni che Spazio Udine attuerebbe per portare lo spazio pubblico in equilibrio: la creazione di una pista ciclabile protetta su strada (e con precedenza agli incroci) garantirebbe un contesto infrastrutturale sicuro e comodo che permetterebbe di poter scegliere di muoversi in bici (o altri mezzi della micromobilità) invece che essere sempre costretti a prendere la macchina. Inoltre, la via potrebbe essere arricchita con dei filari di alberi in molti punti; c’è spazio per poterlo fare. Solo una pluralità di interventi di questo tenore riuscirebbe a cambiare per davvero la mobilità cittadina, consentendo di usare la macchina a chi ne ha davvero bisogno e permettendo a tutti di muoversi in modo sicuro e comodo anche con altri mezzi, come la bici.

Quartiere Aurora

Un quartiere molto popolato, verde e con diverse infrastrutture sportive ma che soffre alcune gravi lacune. È possibile ottenere un miglioramento della vita nel quartiere mettendo il Comune in stretto dialogo con i residenti per una riorganizzazione funzionale di tutte le numerose aree verdi, mettendole al servizio dei residenti stessi. È necessario inoltre un rinnovamento e una riconfigurazione del polo commerciale e centro dei servizi in via delle Forze armate per renderlo un luogo più funzionale, dalla migliore qualità estetica, con spazi pubblici migliori a servizio di chi vive nel quartiere e con un’area verde di pertinenza ombreggiata ed effettivamente fruibile.

Nonostante sia uno dei quartieri più verdi di Udine, non tutte le sue potenzialità sono sfruttate a pieno. Ad esempio il quartiere non è dotato di un Parco attrezzato con servizi e per eventi, simile a quello presente invece in altre zone della città come il Parco del Cormor, il Parco Brun o il Parco Moretti. Un Parco del genere permetterebbe un rilancio di tutto il quartiere, aprendolo a nuove possibilità di attività ed eventi in grado di attirare persone da tutti i quartieri della città e oltre.

Laipacco

La crescita della città nel corso dei decenni ha inevitabilmente messo in discussione la vecchia netta linea di distinzione tra città e campagna. Uno dei quartieri di Udine che ha vissuto questa transizione in modo particolarmente rapido e recente è Laipacco. Un inurbamento non adeguatamente pianificato ha visto la forte crescita delle nuove edificazioni ma senza che ci sia stata la necessaria attenzione agli spazi pubblici del quartiere. Questo ha comportato una certa dequalificazione del quartiere che da vecchio centro di una comunità si è progressivamente trasformato in un quartiere-dormitorio in cui quasi tutte le attività economiche di prossimità hanno chiuso. Perché è accaduto questo nonostante gli abitanti del quartiere siano aumentati? È accaduto proprio perché l’evoluzione dello spazio pubblico del quartiere non è stata adeguatamente pianificata dal Comune: si è provveduto quasi solo ad autorizzare nuove aree private e non gli adeguati e conseguenti spazi pubblici. Inoltre, si è pianificata la mobilità solo a favore dell’automobile, impedendo ogni ulteriore (e più utile!) possibilità di sviluppo a favore della comunità.

Ad oggi, nel 2022, ci troviamo un quartiere senza nuovi spazi pubblici; senza dei percorsi di rigenerazione dei vuoti urbani di quartiere quali ad esempio la ex latteria e l’area della bocciofila; senza marciapiedi; senza collegamenti ciclabili efficaci e sicuri con il centro città e con le zone limitrofe. L’unica infrastruttura che è stata fatta -con un importante sforzo economico- è la ciclopedonale per metà di via Laipacco: un’infrastruttura inefficace perché è parziale e perché è fatta male in quanto mette in conflitto i pedoni con i ciclisti. Un’infrastruttura del genere non mette in sicurezza il quartiere, non migliora la mobilità dolce perché non rende comodo e conveniente muoversi in bici e non conferisce al quartiere una dimensione urbana.

Più in dettaglio

Lo strumento del gioco da tavolo elaborato dal nostro Ivano Marchiol apre una finestra su una Udine possibile e offre a tutti la possibilità di essere parte del percorso. Attraverso il QR code delle carte è possibile infatti fornire osservazioni puntuali sul progetto complessivo di città di Spazio Udine. Si tratta di un modo innovativo e concreto per mantenere sempre aperto il dialogo con un ascolto vero che permette di co-costruire assieme la Udine di domani.

Il gioco è uno strumento che viene spesso utilizzato da realtà complesse, come le organizzazioni internazionali o le grandi imprese, per affrontare efficacemente questioni complesse. Udine non si merita niente di meno: ora anche Udine ha uno strumento che permette ai cittadini udinesi di essere parte attiva della trasformazione e del miglioramento della propria città.

Con il nostro gioco da tavolo puoi infatti muoverti sulla mappa della città e toccare con mano il nostro modo di intendere Udine come una città contemporanea: una città con un ambiente migliore che premia i luoghi di comunità e facilita la vita di chi ci vive e ci lavora. Lo puoi fare divertendoti e confrontandoti con i tuoi amici. Puoi vedere tutte le proposte che abbiamo costruito partendo dalle vostre domande e dal confronto che abbiamo avuto con molti di voi nel corso degli ultimi anni. Queste le proposte puntuali che trovi su questa specifica zona di Udine e che ti mostrano chiaramente il nostro modo di intendere la città.

Per ogni proposta puoi dirci cosa ne pensi e possiamo continuare a co-costruire assieme la nostra Udine!

Questo è il modo in cui vogliamo che il Comune di Udine si ponga di fronte ai cittadini per affrontare con loro le questioni che li riguardano. È solo così che si può costruire assieme una città giusta e che funziona davvero.

Il nostro giro in bici a Udine Est

Siamo partiti dal Teatro Nuovo Giovanni da Udine e ci siamo diretti verso est percorrendo la nuova “ciclopedonale” di via Cividale: un intervento infrastrutturale parte del progetto “Experimental city”.

Purtroppo anche in questo caso invece di intervenire seriamente con un’infrastruttura che promuovesse davvero la mobilità pedonale e ciclistica e migliorasse la qualità dello spazio urbano, si è fatta l’ennesima infrastruttura che mette in conflitto pedoni e ciclisti. L’esatto contrario di quello che si dovrebbe fare. Si poteva invece trasformare via Cividale in un vero viale cittadino con marciapiede, file di alberi e pista ciclabile su strada. Una pista ciclabile vera e con precedenza nelle intersezioni.

Siamo poi arrivati al quartiere Aurora. Abbiamo deciso di ragionare sul polo dei servizi di quel quartiere e, in particolare, ci siamo fermati nella bellissima biblioteca di circoscrizione “il giardino delle idee”. C’è stato un interessantissimo confronto con la bibliotecaria Antonietta Ziani. Abbiamo ragionato assieme a lei sul miglioramento di questo spazio e di come possa rappresentare uno snodo importante e generatore di comunità.

Siamo poi andati a visitare il celeberrimo bosco urbano del quartiere, frutto di un recente accordo tra il Comune di Udine e la società Arbolia. Si tratta si una miriade di fuscelli piantati uno attaccato all’altro (a circa un metro di distanza). Sappiamo che, mediamente, gli alberi devono essere piantati a circa 5 metri di distanza, per permettere loro di crescere e sviluppare la loro chioma. A questo punto non può non nascere il dubbio che si tratti più di un’operazione solo volta a contabilizzare sulla carta un certo numero di piantumazioni, invece che un reale incremento del verde. Sul posto abbiamo anche potuto raccogliere le lamentele di alcuni passanti per quel tipo di intervento fatto in quel modo.

Abbiamo poi proseguito la visita al quartiere, in particolare a tutta l’area sportiva, molto frequentata. Non possiamo non rilevare purtroppo come però manchi un coordinamento e una adeguata valorizzazione di tutte le importanti aree verdi presenti nel quartiere. Ad esempio, non c’è un luogo fruibile nelle modalità tipiche di un parco, aperto ai residenti e a tutta la città, come ad esempio accade con il Parco del Cormor o il Parco di San Osvaldo o il Parco Brun in Chiavris…

Siamo poi arrivati alla Ex caserma Osoppo, vastissima area oggetto di riqualificazione nell’ambito di “Experimental city”, un progetto del 2016 con finanziamento statale. Sebbene siano passati 6 anni non c’è mai stato un adeguato impegno da parte delle forze politiche per un dialogo con la cittadinanza, a partire dai residenti del quartiere. Nessuno nell’arco di 6 anni è venuto a instaurare un dialogo con i residenti, a spiegare il progetto e a raccogliere le istanze. Oggi i residenti si trovano con il cantiere avviato e nella sostanziale oscurità rispetto a moltissimi aspetti centrali del progetto di riqualificazione. Ringraziamo Silvia Stefanelli, Marta Vigna e Enrico Cossettini che da residenti impegnati (e preoccupati) ci hanno espresso il loro punto di vista, le loro idee e loro preoccupazioni. Il disappunto è stato soprattutto concentrato sulla quasi totale assenza di possibilità di confronto. Pare evidente come in questi anni sia mancato totalmente il necessario processo sociale che avrebbe dovuto partire sin dal 2016, immediatamente dopo la partecipazione al progetto che ha poi ottenuto il finanziamento. Un processo sociale: di informazione, collegamento e sintesi che non riguarda i dettagli tecnici dei lavori ma li precede, li affianca e li segue.

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