Udine nord
Chiavris, Paderno, Beivars, Godia



I poli economici e di servizi
La zona nord della città è caratterizzata più di ogni altra da una massiccia presenza di attività della grande distribuzione. Un fenomeno pluriennale che si è consolidato lungo la Tresemane e ha avuto forti impatti sull’evoluzione di tutta la città. La zona nord è anche caratterizzata dalla presenza di un polo di servizi e di lavoro fondamentale per tutto il territorio e che attrae giornalmente un elevato numero di persone: l’ospedale di Udine. Questo punto focale della città si collega, attraverso degli ampi assi viari, ad altri punti focali più ad ovest che hanno anch’essi un grande afflusso giornaliero di persone: le scuole. A sua volta questo asse si collega a nord-ovest con il polo universitario dei Rizzi e allo Stadio Friuli. La nostra proposta “asse nord-ovest mobilità dolce” mira ad essere parte della risposta, offrendo un’infrastruttura che garantisca un accesso diretto, rapido e sicuro a tutti questi poli, andando a integrarsi con il resto della rete cliclabile.
La presenza di tutti questi importanti poli di lavoro e servizi comporta infatti una forte pressione su questa zona della città con un massiccio afflusso giornaliero di persone che ad oggi raggiungono tali luoghi prevalentemente in auto. È pertanto necessario offrire un quadro infrastrutturale che permetta ai lavoratori e agli studenti di poter compiere scelte diverse, anche attraverso specifici progetti di collaborazione e di incentivo. In una conferenza in collaborazione con gli amici di Associazione Progetto Tavagnacco abbiamo assieme rilevato che con un modesto intervento infrastrutturale è possibile anche creare un percorso ciclabile autonomo e sicuro nella natura che colleghi direttamente il centro di Feletto con il quartiere Ancona, l’Ospedale di Udine e il Polo Universitario.
Occorre tenere presente inoltre che la massiccia presenza di operatori della grande distribuzione ai margini nord della città comporta anche delle spinte centrifughe che indeboliscono il tessuto cittadino. Per questo motivo è di fondamentale importanza una maggiore cura e attenzione allo spazio pubblico che deve essere ripensato per aiutare i quartieri a mantenere e rafforzare la dimensione di prossimità, sia quella economica che quella dei servizi. È pertanto indispensabile creare percorsi di mobilità dolce continui, fluidi e sicuri al fine di qualificare i quartieri come luoghi vivi e sicuri, a misura di persona e, inoltre, di collegarli efficacemente con tutti i poli presenti, con il centro città e i comuni contermini a nord da dove provengono molti fruitori giornalieri della città. Tutte le nostre proposte presenti più sotto nella sezione “più in dettaglio” mirano a rendere lo spazio urbano dei quartieri capace di rispondere a queste esigenze e capace di accogliere iniziative economiche, sociali e culturali del comune e private di rilancio.

Le nostre proposte per i quartieri di Udine Nord
Chiavris e Paderno
È una zona molto popolosa della città ed è quella che ha il tasso più elevato di popolazione al di sopra di 65 anni. Anche per questo si tratta di quartieri in cui è di fondamentale importanza prestare la massima attenzione a degli spazi pubblici a misura di persona, capaci di promuovere l’economia, i servizi e il verde di prossimità. L’obiettivo della “città 30” ha in questa parte della città uno dei punti più consoni in cui trovare immediata applicazione per tutelare i residenti e aiutare questi quartieri a reggere la pressione delle aree circostanti, agevolando l’economia e i servizi di prossimità e garantendo spazi pubblici adeguati per occasioni culturali e sociali di quartiere che permettano di rafforzare la comunità.
Come riportato sotto nella sezione “più in dettaglio”, una pluralità di interventi puntuali e coordinati tra loro possono restituire protagonismo e centralità alla dimensione di quartiere. A tal proposito, ad esempio è utile pensare a una riconfigurazione di via Monte Grappa. È possibile razionalizzare lo spazio ora destinato in maniera preponderante alle automobili per poter ottenere un autentico viale urbano in cui c’è un verde migliore e continuo, dei percorsi pedonali e ciclabili ampi, sicuri e distinti che non devono più dividersi il marciapiede. Un viale urbano così qualificato è un’occasione di rilancio economico e sociale per tutto il quartiere, andando anche a servire la scuola primaria in via d’Artegna e collegandosi con la rete di percorsi ciclabili già presenti e quelli in progetto nel programma di Spazio Udine.
Per citare un altro esempio, possiamo fare riferimento all’area del Mercato di vial Vat. L’attività di mercato va promossa e tutelata ma in modo più utile per tutti: in quest’area è possibile infatti utilizzare il verde per ridefinire e migliorare gli spazi per il mercato. In tal modo, oltre a qualificare ed abbellire l’area, si riesce ad evitare il fenomeno dell’isola di calore che quella spoglia distesa di cemento crea. È uno dei luoghi da ripensare in chiave contemporanea per promuovere lo sviluppo del mercato e, nel contempo, riuscire anche a rispondere meglio ai bisogni di chi ci vive garantendo un ambiente più sano e qualificato.
Tutto il quartiere di Paderno merita una particolare attenzione volta a tutelare la sua dimensione di villaggio storico in cui le persone sono protagoniste e le automobili sono ospiti. Questo quartiere non può infatti trasformarsi in un mero luogo di attraversamento veicolare per chi entra o esce dalla città in macchina o in furgone. Per questo deve essere garantita una particolare attenzione ai luoghi pubblici, riconfigurando le strade per garantire il limite di 30km/h, ripristinando la funzione di piazza nel paese e indirizzando il posteggio di automobili in luoghi specifici, come ad esempio il parcheggio che serve l’area sportiva. È inoltre importante garantire un collegamento ciclabile veloce e sicuro con la città in modo da dare la possibilità ai residenti di decidere come muoversi. A tal proposito, via Alessandria ha tutto lo spazio per una ciclabile sicura e veloce su strada che è in grado di soddisfare questa esigenza. In aggiunta, è utile anche completare e promuovere un adeguato collegamento al percorso della ciclabile delle rogge che oggi inizia da Molin Nuovo ma che potrebbe iniziare dal mulino di viale Volontari della Libertà.
Beivars e Godia
Rafforzare la dimensione policentrica di Udine significa anche difendere e promuovere i villaggi storici che oggi sono parte integrante della città con tutto il loro patrimonio. Per fare questo è utile pensare a una moderazione del traffico in entrambi i quartieri attraverso un’opportuna riorganizzazione delle strade. Questo può consentire di creare strade sicure anche dove lo spazio è poco e deve necessariamente essere promiscuo. In questa operazione è inoltre utile definire i punti focali di entrambi i quartieri a cui far vergere tali percorsi pedonali e ciclabili sicuri. Pensiamo ad esempio alle piazze di Godia e Beivars ma anche al parco “Luigi Schiavi” e all’incrocio tra via Emilia e via Bariglaria. In aggiunta, a differenza dell’ultimo intervento effettuato in Piazza a Godia, è possibile ripensare le piazze dei quartieri in chiave contemporanea con spazi più flessibili e anche con l’introduzione di verde al fine di creare spazi pubblici che facilitino nuove occasioni sociali ed economiche.
Entrambi i quartieri possono anche essere messi in rete con la ciclabile delle rogge attraverso la creazione di un collegamento sicuro e nel verde con il sottopasso ciclabile di Santa Fosca che è già presente. Questo miglioramento renderebbe i quartieri più serviti includendoli in questo percorso di valorizzazione del territorio, vista anche la presenza del mulino di Godia. Si tratterebbe di un ulteriore tassello con cui ricucire il tessuto urbano in modo utile e non distruttivo in queste zone di confine tra città e campagna.
Come sempre, si può approfondire nella sezione “più in dettaglio”.

Più in dettaglio
Lo strumento del gioco da tavolo elaborato dal nostro Ivano Marchiol apre una finestra su una Udine possibile e offre a tutti la possibilità di essere parte del percorso. Attraverso il QR code delle carte è possibile infatti fornire osservazioni puntuali sul progetto complessivo di città di Spazio Udine. Si tratta di un modo innovativo e concreto per mantenere sempre aperto il dialogo con un ascolto vero che permette di co-costruire assieme la Udine di domani.
Il gioco è uno strumento che viene spesso utilizzato da realtà complesse, come le organizzazioni internazionali o le grandi imprese, per affrontare efficacemente questioni complesse. Udine non si merita niente di meno: ora anche Udine ha uno strumento che permette ai cittadini udinesi di essere parte attiva della trasformazione e del miglioramento della propria città.
Con il nostro gioco da tavolo puoi infatti muoverti sulla mappa della città e toccare con mano il nostro modo di intendere Udine come una città contemporanea: una città con un ambiente migliore che premia i luoghi di comunità e facilita la vita di chi ci vive e ci lavora. Lo puoi fare divertendoti e confrontandoti con i tuoi amici. Puoi vedere tutte le proposte che abbiamo costruito partendo dalle vostre domande e dal confronto che abbiamo avuto con molti di voi nel corso degli ultimi anni. Queste le proposte puntuali che trovi su questa specifica zona di Udine e che ti mostrano chiaramente il nostro modo di intendere la città.
Per ogni proposta puoi dirci cosa ne pensi e possiamo continuare a co-costruire assieme la nostra Udine!
Questo è il modo in cui vogliamo che il Comune di Udine si ponga di fronte ai cittadini per affrontare con loro le questioni che li riguardano. È solo così che si può costruire assieme una città giusta e che funziona davvero.




Il nostro giro in bici a Udine Nord

Siamo partiti da Piazzale Oberdan. Il nostro Ivano Marchiol si è confrontato con il pres. dell’ordine degli architetti Paolo Bon (residente in quella zona in Udine) e hanno ragionato assieme sul potenziale di quella zona della citta: ad esempio la casa di Tina Modotti, l’ingresso di Borgo Pracchiuso, la zona abbandonata dell’ex distributore da poter valorizzare, una rotonda da dover modificare perché non è presente alcun attraversamento pedonale o ciclabile sicuro e poi il ring urbano che necessità di un profondo ammodernamento. Oggi infatti sono messi in diretta competizione pedoni e ciclisti e in diversi tratti è sacrificato lo spazio per il verde e per questo le radici degli alberi rendono impraticabili i marciapiedi. Tutto ciò a fronte di una distribuzione dello spazio non razionale e troppo sbilanciato a favore del traffico automobilistico. Ad esempio, si è creata un’enorme e larghissima strada (via Renati) che incentiva alla velocità automobilistica, nonostante la via passi proprio davanti a una scuola. Ancora una volta siamo di fronte ad una chiave interpretativa dello spazio cittadino che è vecchia, pericolosa e dannosa.
Ci siamo poi diretti in via Planis e via Montegrappa, siamo passati per il Parco Brun e ci siamo fermati per un confronto nello spazio del Mercato di viale Vat. Nel percorso abbiamo visto e capito perché i lavori svolti qualche anno fa in via Planis (parte della ciclovia FVG4) sono inadeguati perché mettono ancora una volta in conflitto i pedoni con i ciclisti e non migliorano lo spazio per il verde. Di fatto si tratta di un contesto infrastrutturale che legittima e tutela solo la mobilità automobilistica, impedendo ogni altro sviluppo. Questo tipo di interventi allontana Udine dalle necessità odierne e impedisce di avere uno spazio urbano sano e socialmente ed economicamente vitale. Purtroppo in tutti i giri che abbiamo fatto, abbiamo potuto vedere che la città sta continuando su questa strada fallimentare: come con i recenti lavori in via Cividale. Abbiamo poi continuato il giro per via Montegrappa, anche sulla scorta di una specifica richiesta che ci è pervenuta da diversi cittadini. Si tratta di una via ampissima (di 4 e più corsie) che attraversa un quartiere popoloso. È una via che merita certamente un’attenzione particolare, anche in funzione di rilancio e miglioramento della vita nel quartiere. Di certo non devono più essere fatti interventi inadeguati ed inefficaci come quelli di via Planis e via Cividale.
Ci siamo poi fermati al Mercato di viale Vat e abbiamo visto come viene utilizzato questo luogo e come si potrebbe intervenire. Il mercato va promosso e tutelato ma in modo più utile per tutti: in quest’area è possibile infatti utilizzare il verde per ridefinire e migliorare gli spazi per il mercato. In tal modo, oltre a qualificare ed abbellire l’area, si riesce ad evitare il fenomeno dell’isola di calore che quella spoglia distesa di cemento crea. C’è stato l’intervento di Antonio Giusa, residente del quartiere, che ha portato all’attenzione molti interessanti aspetti della storia di quel luogo. Un utilissimo bagaglio di informazioni, suggestioni e idee che permette poi di ripensare quello spazio in chiave contemporanea, per rispondere meglio ai bisogni di chi ci vive.
Abbiamo poi proseguito per Paderno, fermandoci di fronte alla scuola Marconi per un nuovo confronto con i residenti. Elisa Copetti ci ha raccontato il punto di vista di una famiglia che da qualche anno si è trasferita a Paderno da un altro quartiere di Udine. Abbiamo insieme visto gli aspetti positivi del quartiere, tra cui il grande polo sportivo, ma anche il rischio che corre di poter diventare un quartiere dormitorio in considerazione delle forti pressioni delle aree circostanti e di una pluriennale mancata attenzione allo spazio pubblico. Gli spunti non sono mancati parlando di via Alessandria, via Torino, della piazza-rotonda di Paderno, della vitalità della parrocchia e della proloco, dell’ampia area vicino al campo da calcio, del ruolo che il parcheggio di via del Maglio (questo si necessario) potrebbe avere per liberare diverse aree del quartiere dalle auto e poter creare di conseguenza dei luoghi di socialità. È stato anche interessante ripercorrere le vicissitudini che hanno riguardato l’area sportiva in relazione alla gestione e allo sviluppo dei lavori. Oggi siamo in una condizione in cui la città deve trovarsi pronta e capace, evitando tutti quegli intoppi che purtroppo hanno caratterizzano troppo spesso il nostro presente e il recente passato.
Abbiamo poi proseguito il nostro giro andando a Beivars dove ci aspettavano gli amici dell’associazione ALPI. Il dott. Mario Canciani e altri amici dell’associazione ci hanno spiegato le loro attività, illustrato l’orto botanico con le piante commestibili, quelle medicinali, quelle velenose e molto altro. Ci hanno raccontato le difficoltà di questa estate arida ma anche e soprattutto la loro esperienza diretta di vita di quello spazio: il grande e positivo significato ambientale e sociale che un luogo del genere dimostra di avere. Un luogo attorno al quale si sono create relazioni intergenerazionali e fruito da persone non solo di quel quartiere e che in quello spazio hanno anche trovato occasioni di collaborazione. Si tratta di uno dei tanti tasselli da valorizzare, migliorare e diffondere in modo più sistematico in città. Si tratta si uno dei tanti tasselli con cui costruire e rafforzare la comunità cittadina, aspetto fondamentale e indispensabile per permettere a tutti noi di riuscire a rispondere meglio a situazioni di crisi, incentivando l’aiuto e la collaborazione tra cittadini.
Il giro poi non poteva non concludersi con un meritato aperitivo presso l’agribirrificio di via Emilia, in cui poter continuare a confrontarsi in un momento di convivialità.
