Il quarto giro in bici estivo ci ha visti diretti nella zona nord della città: siamo partiti dal Parco della Rimembranza per poi andare nei quartieri di Chiavris, Paderno e Beivars.
Anche questa volta abbiamo ragionato assieme sui quartieri e toccato alcuni dei luoghi che sono parte della nostra proposta complessiva di città: profonda e cucita su misura per le esigenze della nostra Udine, quartiere per quartiere. Se vuoi saperne di più e far parte del percorso con cui costruiamo la Udine del 2023, lo puoi fare anche divertendoti con il nostro gioco da tavolo: Spazio Udine. Crea la tua città! È un’idea pronta, contemporanea e fattibile di città che possiamo dettagliare e far lievitare insieme!
In questo giro siamo partiti da Piazzale Oberdan. Il nostro Ivano Marchiol si è confrontato con il pres. dell’ordine degli architetti Paolo Bon (residente in quella zona in Udine) e con Silvia Stefanelli, hanno ragionato assieme sul potenziale di quella zona della citta: ad esempio la casa di Tina Modotti, l’ingresso di Borgo Pracchiuso, la zona abbandonata dell’ex distributore da poter valorizzare, una rotonda da dover modificare perché non è presente alcun attraversamento pedonale o ciclabile sicuro e poi il ring urbano in cui è stato fatto il contrario di quello che ci si aspetta in una città moderna e funzionale. In quest’ultimo caso infatti sono stati messi in diretta competizione pedoni e ciclisti ed è stato limitato lo spazio per il verde. Tutto ciò a fronte di aver creato un’enorme e larghissima strada (via Renati) che incentiva alla velocità automobilistica, nonostante passi davanti a una scuola. Ancora una volta siamo di fronte ad una chiave interpretativa dello spazio cittadino che è vecchia, pericolosa e dannosa.
Ci siamo poi diretti in via Planis e via Montegrappa, siamo passati per il Parco Brun e ci siamo fermati per un confronto nello spazio del Mercato di viale Vat. Nel percorso abbiamo visto e capito perché i lavori svolti qualche anno fa in via Planis (parte della ciclovia FVG4) sono inadeguati e dannosi, mettendo ancora una volta in conflitto e competizione i pedoni con i ciclisti, non migliorando lo spazio per il verde e legittimando e tutelando al massimo solo la mobilità automobilistica in città, impedendo di fatto ogni altro sviluppo. Questo tipo di interventi allontana Udine dalle necessità odierne e impedisce di avere uno spazio urbano sano e socialmente ed economicamente vitale. Purtroppo in tutti i giri che abbiamo fatto, abbiamo potuto vedere che la città sta continuando su questa strada fallimentare: come, da ultimo, con i lavori in via Cividale che abbiamo già esaminato nel dettaglio. Abbiamo poi continuato il giro per via Montegrappa, anche sulla scorta di una specifica richiesta che ci è pervenuta da diversi cittadini. Si tratta di una via ampissima (di 4 e più corsie) che attraversa un quartiere popoloso. È una via che merita certamente un’attenzione particolare, anche in funzione di rilancio e miglioramento della vita nel quartiere. Di certo non devono più essere fatti interventi inadeguati ed inefficaci come quelli di via Planis e via Cividale.

Carta Spazio Udine n. 59 – via Monte Grappa
Ci siamo poi fermati al Mercato di viale Vat, un’occasione di confronto molto interessante sul percorso svolto e su questo luogo, su come viene utilizzato e su come si potrebbe intervenire. Il mercato va promosso e tutelato: in quest’area è possibile utilizzare il verde per ridefinire gli spazi e al fine di evitare il fenomeno dell’isola di calore che quella spoglia distesa di cemento crea. C’è stato l’intervento di Antonio Giusa, residente del quartiere, che ha portato all’attenzione molti interessanti aspetti della storia di quel luogo. Un utilissimo bagaglio di informazioni, suggestioni e idee che permette poi di ripensare quello spazio in chiave contemporanea, per rispondere meglio ai bisogni di chi ci vive.

Carta Spazio Udine n. 60 – Chiavris
Abbiamo poi proseguito per Paderno, fermandoci di fronte alla scuola Marconi per un nuovo confronto con i residenti. Elisa Copetti ci ha raccontato il punto di vista di una famiglia che da qualche anno si è trasferita a Paderno da un altro quartiere di Udine. Abbiamo insieme visto gli aspetti positivi del quartiere, tra cui il grande polo sportivo, ma anche il rischio che corre di poter diventare un quartiere dormitorio in considerazione delle forti pressioni delle aree circostanti e di una pluriennale mancata attenzione allo spazio pubblico. Gli spunti non sono mancati parlando di via Alessandria, via Torino, della piazza-rotonda di Paderno, della vitalità della parrocchia e della proloco, dell’ampia area vicino al campo da calcio, del ruolo che il parcheggio di via del Maglio (questo si necessario) potrebbe avere per liberare diverse aree del quartiere dalle auto per creare luoghi di socialità. È stato anche interessante ripercorrere le vicissitudini che hanno riguardato l’area sportiva in relazione alla gestione e allo sviluppo dei lavori. Oggi siamo in una condizione in cui la città deve trovarsi pronta e capace, evitando tutti quegli intoppi che purtroppo hanno caratterizzano troppo spesso il nostro presente e il recente passato.
Abbiamo poi proseguito il nostro giro andando a Beivars dove ci aspettavano gli amici dell’associazione ALPI. Il dott. Mario Canciani e altri amici dell’associazione ci hanno spiegato le loro attività, illustrato l’orto botanico con le piante commestibili, quelle medicinali, quelle velenose e molto altro. Ci hanno raccontato le difficoltà di questa estate arida ma anche e soprattutto la loro esperienza diretta di vita di quello spazio: il grande e positivo significato ambientale e sociale che un luogo del genere dimostra di avere. Un luogo attorno al quale si sono create relazioni intergenerazionali e fruito da persone non solo di quel quartiere e che in quello spazio hanno anche trovato occasioni di collaborazione. Si tratta di uno dei tanti tasselli da valorizzare, migliorare e diffondere in modo più sistematico in città. Si tratta si uno dei tanti tasselli con cui costruire e rafforzare la comunità cittadina, aspetto fondamentale e indispensabile per permettere a tutti noi di riuscire a rispondere meglio a situazioni di crisi, incentivando l’aiuto e la collaborazione tra cittadini.
Il giro poi non poteva non concludersi con un meritato aperitivo presso l’agribirrificio di via Emilia, in cui poter continuare a confrontarsi in un momento di convivialità.