Udine sud
San Paolo, San Osvaldo, Baldasseria, Gervasutta, Cussignacco, Paparotti



Stazione FS
La zona sud è divisa dal resto della città da una cesura: la linea ferroviaria. È possibile sanare questa frattura intervenendo sui vuoti urbani presenti e ripensando il ruolo che può rivestire nel tessuto cittadino un punto focale e attrattivo come la stazione.
Oggi la zona fronte stazione, il quartiere delle Magnolie, si caratterizza come un quartiere multiculturale che è percepito dai cittadini del resto della città come una zona da non frequentare. È infatti un quartiere che negli ultimi anni ha visto svilupparsi fenomeni di illegalità che hanno creato problemi a molti residenti e contribuito a isolarlo dal resto della città. Accanto a questi aspetti negativi, il quartiere dimostra anche una particolare vivacità culturale ed economica da cui però la città non riesce a cogliere tutti i possibili vantaggi proprio per l’isolamento in cui si trova il quartiere e i problemi di sicurezza che persistono. La risposta può essere trovata solo in un lavoro di miglioramento del tessuto urbano, di costante dialogo con i residenti e le associazioni che vi operano, di presidio sociale degli spazi pubblici e di un controllo costante ma discreto delle forze dell’ordine.
Al contrario, la zona nel retro della stazione FS ha visto indebolirsi il suo tessuto economico e di comunità e soffre una condizione di abbandono. Il vuoto urbano rappresentato dall’ex Dopo Lavoro Ferroviario, di proprietà delle Ferrovie dello Stato, può rappresentare una delle chiavi per il miglioramento di quest’area in termini di maggiore sicurezza e di maggiore vitalità economica e sociale. Il luogo si trova infatti adiacente alla Stazione FS, adiacente alla ciclabile del ring urbano e alla ciclovia Ape Adria e, inoltre, si trova proprio di fronte a un’area studentesca, lo IAL. Si tratta certamente di un luogo ideale per creare uno spazio polifunzionale nell’ottica del beautiful sustainable, together.

Le nostre proposte per i quartieri di Udine Sud
San Paolo e San Osvaldo
In entrambi i quartieri, che sono parte integrante e viva della città, si possono ancora vedere le tracce della vecchia netta linea di distinzione tra città e campagna. Lo si apprezza nelle attività agricole ancora presenti, seguendo la roggia e alcuni in edifici dall’importante valore storico e simbolico come la chiesetta all’angolo tra via Basiliano e via Morsano.
L’urbanizzazione di questi quartieri che si sviluppata negli anni con la forte crescita dell’edilizia residenziale pubblica e privata non ha purtroppo visto una pari attenzione allo qualificazione dello spazio pubblico. Le parti residenziali dei quartieri, che si sono così tanto espanse, non hanno degli adeguati percorsi pedonali e ciclabili che le mettano in un collegamento sicuro con le parti in cui ci sono i servizi. Questa mancanza dev’essere colmata per poter promuovere la dimensione di comunità e storica dei quartieri.
La SR353 taglia i quartieri e rappresenta una forte cesura. Si tratta si un importante asse di ingresso-uscita dalla città in direzione sud-ovest ma è anche una componente fondamentale dei quartieri e sulla quale si concentrano numerose attività economiche e di servizi. Per questo motivo, è una via che deve poter essere raggiunta in modo sicuro da tutte le zone dei quartieri e deve essere riqualificata come un importante viale urbano. Questo significa restituire valore e possibilità a quella via moderando il traffico auto nella velocità e aumentando la sicurezza. In tal modo si può ricavare dello spazio sicuro per pedoni e ciclisti e ricucire il quartiere permettendo a questo asse di esprimere tutto il suo potenziale economico, evitando nuove chiusure di attività economiche di prossimità.
Diventa di cruciale importanza anche collegare con percorsi di mobilità dolce il luogo-gioiello che è il Parco di Sant’Osvaldo. Come abbiamo visto nel nostro giro in bici, è possibile farlo sia intervenendo sulla SR353 che creando un percorso ad hoc nella natura solo per pedoni e biciclette, partendo dall’area verde Villacaccia. Il Parco di Sant’Osvaldo è un’area preziosa per tutta la città e per tutta la Regione e può rappresentare un luogo in cui storia, ambiente, inclusione sociale, cultura ed economia si legano in un processo virtuoso; un luogo innovativo in cui la collaborazione è di casa. Per questo merita un deciso intervento pubblico per un progetto di rigenerazione in cui l’aspetto della gestione del luogo dev’essere necessariamente parte integrante del progetto stesso: questo significa che Comune e Regione devono co-costruirlo con le realtà che oggi e domani vi opereranno. Questo perché la forza dei luoghi di tale rilevanza sta anche in come e da chi vengono vissuti e gestiti. Per Spazio Udine è pertanto fondamentale che l’intervento di rigenerazione del Parco si muova all’interno di questa logica.
Come sempre, si può approfondire nella sezione “più in dettaglio”.
Baldasseria e Gervasutta
La ciclovia Alpe Adria FVG1 attraversa il quartiere di Baldasseria ma è mancante o mal fatta in molti tratti. I poli scolastici presenti nel quartiere, sebbene siano proprio davanti al percorso della ciclovia, non sono serviti da spazi pedonali e ciclabili adeguati. Un completamento e un miglioramento di questo asse cicloturistico può anche essere occasione per ripensare e rigenerare molti altri spazi pubblici del quartiere per migliorare la vita dei residenti e garantire spazi sicuri agli studenti. Via Pradamano, via Baldasseria, piazzale Cavalcaselle, la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, l’area residenziale e sportiva nei pressi della Chiesa di San Pio X sono tutte aree che devono ritrovare una loro interconnessione per rafforzare il quartiere nelle sue relazioni sociali ed economiche.
Anche il quartiere Gervasutta ha bisogno di essere rafforzato. È importante metterlo in connessione con i quartieri contermini attraverso percorsi di mobilità dolce. È importante creare delle corsie ciclabili in via Marsala per collegare il centro della città con Cussignacco e servendo questo quartiere. Un percorso ciclabile sicuro deve inoltre attraversarlo da est a ovest mettendo così in connessione alcuni suoi punti focali come il parco Ilaria Alpi, la scuola primaria A. Negri, l’ospedale per poi continuare fino al quartiere di San Paolo. Una cura del quartiere di questo tipo gli consentirebbe di essere vissuto di più e meglio, permettendo una maggiore vitalità economica ad un’area che oggi è in sofferenza.
Come sempre, si può approfondire nella sezione “più in dettaglio”.
Cussignacco e Paparotti
Si tratta di due borghi storici la cui vitalità non può essere sacrificata trasformandoli in mere zone di attraversamento viario per entrare e uscire dalla città. Occorre tutelare invece la dimensione di quartiere e villaggio storico, ripensando gli spazi pubblici e la viabilità per favorire la dimensione di comunità e migliorare la vita dei residenti. Il traffico viario di attraversamento può essere deviato sulle arterie parallele come via Palmanova e via Adenauer e consentire dunque ai residenti di poter vivere in sicurezza il proprio quartiere spostandosi a piedi e in bici. In tal modo si può anche migliorare e aumentare lo spazio pubblico per le persone e le attività sociali ed economiche. In tal modo si rafforzano le attività sociali ed economiche di prossimità evitando nuove chiusure. Solo un ripensamento dello spazio urbano in tal senso infatti riuscirà a creare un quartiere capace di resistere alla pressione della grande distribuzione presente in viale Palmanova e sulla vicina SR56.
Come sempre, si può approfondire nella sezione “più in dettaglio”.

Più in dettaglio
Lo strumento del gioco da tavolo elaborato dal nostro Ivano Marchiol apre una finestra su una Udine possibile e offre a tutti la possibilità di essere parte del percorso. Attraverso il QR code delle carte è possibile infatti fornire osservazioni puntuali sul progetto complessivo di città di Spazio Udine. Si tratta di un modo innovativo e concreto per mantenere sempre aperto il dialogo con un ascolto vero che permette di co-costruire assieme la Udine di domani.
Il gioco è uno strumento che viene spesso utilizzato da realtà complesse, come le organizzazioni internazionali o le grandi imprese, per affrontare efficacemente questioni complesse. Udine non si merita niente di meno: ora anche Udine ha uno strumento che permette ai cittadini udinesi di essere parte attiva della trasformazione e del miglioramento della propria città.
Con il nostro gioco da tavolo puoi infatti muoverti sulla mappa della città e toccare con mano il nostro modo di intendere Udine come una città contemporanea: una città con un ambiente migliore che premia i luoghi di comunità e facilita la vita di chi ci vive e ci lavora. Lo puoi fare divertendoti e confrontandoti con i tuoi amici. Puoi vedere tutte le proposte che abbiamo costruito partendo dalle vostre domande e dal confronto che abbiamo avuto con molti di voi nel corso degli ultimi anni. Queste le proposte puntuali che trovi su questa specifica zona di Udine e che ti mostrano chiaramente il nostro modo di intendere la città.
Per ogni proposta puoi dirci cosa ne pensi e possiamo continuare a co-costruire assieme la nostra Udine!
Questo è il modo in cui vogliamo che il Comune di Udine si ponga di fronte ai cittadini per affrontare con loro le questioni che li riguardano. È solo così che si può costruire assieme una città giusta e che funziona davvero.




Il nostro giro in bici a Udine Sud

Siamo partiti dal giardino G. Pascoli in via Dante Alighieri e abbiamo iniziato con una riflessione sul quartiere delle Magnolie e sulla zona sud immediatamente al di là della ferrovia. Ci siamo confrontati assieme ai residenti di entrambe le aree e ai giovani di Spazio35. Abbiamo messo in luce somiglianze e differenze delle aree a cavallo della stazione, aspetti positivi e negativi che devono essere affrontati con interventi a tutto tondo: è infatti necessario agire sia sulla conformazione fisica dello spazio urbano che con politiche sociali, culturali e di sicurezza, da applicare in dialogo con le anime del quartiere. Entrambi gli aspetti sono ugualmente importanti e necessari: devono essere coerenti tra loro affinché uno dia forza all’altro, a differenza di quanto accaduto finora con politiche assenti, superficiali o contraddittorie. Ci siamo poi diretti verso i quartieri di San Paolo e San Osvaldo:
Siamo arrivati alla chiesetta di San Osvaldo, all’angolo tra via Basiliano e via Morsano. Ci siamo confrontati con i residenti e con l’associazione 5 Agosto San Osvaldo ripercorrendo le origini, la storia del quartiere e le questioni di oggi. In conclusione abbiamo anche avuto il piacere di poter visitare la chiesetta al suo interno assieme ai proprietari. Qui Michela Bonan spiega le origini del toponimo di San Osvaldo:
Abbiamo poi attraversato il quartiere di San Osvaldo dall’altro lato di via Pozzuolo e ci siamo fermati vicino al Parco degli Armeni, di fronte alla scuola dove il residente Mauro Bertossi ci ha spiegato la nascita di questo murales e di cosa ha rappresentato. È stato fatto grazie alla collaborazione di molte persone e realtà, iniziativa nata grazie alla maestra Chiara Lopopolo. Condividiamo a pieno il messaggio: THINK HAPPY, THINK GREEN!
Abbiamo poi continuato il giro all’interno dei quartieri tra le diverse aree, il giardino didattico, la roggia, le aree verdi, abbiamo esaminato la possibilità di collegare il parco di Sant’Osvaldo con una ciclabile, le ampie aree residenziali, gli interventi di edilizia popolare di vecchia data e più recenti. Abbiamo infine concluso il giro in bici al Parco di Sant’Osvaldo. Prima di andare tutti a cena nel chiosco del parco e poi alla serata musicale Bistroquet organizzata dal BarSport APS, c’è stato un altro momento per confrontarci. Lo abbiamo fatto tra noi tutti e con l’associazione Io ci vado che con Willeasy sono molto attivi sul tema dell’accessibilità sia a Udine che a livello nazionale. Ne sposiamo la filosofia che parte dalla consapevolezza che ognuno di noi cerca il luogo giusto per se stesso, per le sue caratteristiche-necessità-gusti e per questo è necessario che sia possibile per tutti conoscere i luoghi e il loro livello di accessibilità rispetto alle proprie esigenze. Questo è il punto di partenza ineludibile per portare i luoghi ad essere più accessibili per tutti. A tal proposito hanno fatto anche una app, sui loro canali tutte le info.
Il ruolo della politica
Sulla scorta di tutto quello che abbiamo visto, i luoghi, gli esempi, la storia, le opportunità colte e quelle mancate, la conclusione del giro è anche stata anche occasione per tirare le somme: nei quartieri quale spazio e che rapporto ci deve essere tra persone, automobili, biciclette? Tra scuole, verde, negozi e spazi di relazione? Quale il ruolo della politica nel ri-definire e ri-pensare la città? Qui il nostro Ivano Marchiol:
