Ivano Marchiol, coordinatore di Spazio Udine, ha intervistato e si è confrontato con Paola Perabò, la Vicepresidente della Danieli Academy, in merito alla proposta avanzata dall’azienda friulana al Comune di Udine.
La sede dell’antico birrificio è un luogo strategico nel cuore di Udine con un destino in sospeso da decenni. Un luogo la cui rigenerazione (non certo nelle vesti di un supermercato) può segnare la via della Udine di domani. Perché ciò avvenga, quel luogo deve modellarsi secondo agli orientamenti più moderni in tema di pianificazione e riconfigurazione del tessuto urbano.
La rigenerazione di quello spazio, infatti, può essere il simbolo della Udine del “beautiful, sustainable, together” (bella, sostenibile, inclusiva), in accordo con i più recenti orientamenti (e finanziamenti) europei.
La proposta della Danieli sembra proprio andare in questa direzione, quella già auspicata pubblicamente da Spazio Udine: un edificio polifunzionale che funga da raccordo tra centro studi e città, che possa dunque rappresentare un luogo in cui viene prodotto valore aggiunto per il territorio con attenzione massima alla sostenibilità ambientale e alla creazione di spazi inclusivi e accessibili.
Nel corso dell’intervista, ci si è confrontati positivamente sulle rispettive idee alla base di un progetto di rigenerazione di quell’area, trovando elementi di sintonia. Nelle vesti di Spazio Udine, è stata per me l’occasione per fornire delle sollecitazioni rispetto alle possibili funzioni da attribuire a quegli spazi, trasmettendo anche le osservazioni di altre realtà con cui abbiamo positivamente collaborato in questo periodo, da Legambiente agli studenti. A tal proposito, per gli studenti del quartiere la necessità primaria è quella di un’aula studio mentre per le studentesse del Comitato Ex Dormisch quella di uno spazio verde e di spazi laboratoriali, come emerso dal questionario da loro veicolato nelle scuole superiori.
La Vicepresidente Perabò ha evidenziato come la proposta sia ad una fase iniziale e ancora in via di definizione ma, a grandi linee, ha illustrato come l’intervento dovrebbe riconfigurare gli spazi. Posto che la villa storica, bene architettonico protetto, non verrà coinvolta dall’intervento, si prevede la demolizione di tutto il vecchio opificio che ora è pericolante e che necessita anche di interventi di bonifica. I nuovi edifici saranno costruiti secondo le più moderne tecniche ma, nel design, ricorderanno l’antico opificio. L’unico elemento che potrà essere salvato e riqualificato sarà la porzione di centrale elettrica. È prevista inoltre, come del resto richiesto nell’attuale piano regolatore, una valorizzazione della roggia e una particolare attenzione ai collegamenti pedonali e ciclabili. Elemento quest’ultimo strategicamente importantissimo se consideriamo le lacune infrastrutturali odierne con riferimento alla mobilità pedonale e ciclabile in quell’area. Lacune che devono essere necessariamente colmate, a maggior ragione, in vista di un ulteriore incremento di centinaia di studenti.
Che spazi ospiteranno le nuove costruzioni? Un’area sarà la sede del nuovo ITS (per corsi post diploma biennali o triennali) che potrà ospitare fino a 600 studenti, con relativo auditorium. Un’altra area invece sarà dedicata alla socialità e aperta a tutta la città: un’aula studio, una moderna biblioteca e uno spazio bar-ristorazione sul modello già sperimentato dalla Danieli con “Le Fucine” di Buttrio. A connettere queste due aree ci sarà una sorta di piazza coperta, luogo di socialità ed eventi.
Ecco due render del concept presentato dalla Danieli:
Nell’ambito di questa condivisibile idea progettuale della Danieli, Spazio Udine ha voluto portare una specifica sollecitazione: che le aree esterne e interne, in particolare quelle aperte a tutta la città, siano pensate nei termini di massima accessibilità e inclusione, al di là delle mere previsioni normative.
Come? La Regione e il Comune sono già stati parte di un eccellente progetto europeo sull’accessibilità (nel senso più lato del termine) denominato COME-IN! che ha fornito delle precise e puntuali linee guida in merito, esito di un lavoro lungo, approfondito e partecipato. Un patrimonio di conoscenze che potrebbe trovare concreta applicazione nella rigenerazione di quel luogo affinché i giovani e i professionisti che lì lavoreranno per progettare i beni del domani, siano immersi in un contesto che metta in luce le varietà e le diversità presenti nella realtà in cui viviamo.
Al termine di questo positivo confronto, la Vicepresidente Perabò ha richiesto di inviarle per iscritto i punti discussi in modo che lei potesse inoltrarli ai tecnici che stanno sviluppando il progetto. Un ottimo segnale che ovviamente abbiamo subito accolto, assicurando la massima disponibilità di Spazio Udine per ogni collaborazione fattiva a servizio della città, perché la ex Dormisch possa diventare davvero un’occasione e un’opportunità per tutti.
(Foto di Luisa Dublo)