Riassumere il percorso che ha dato il via all’impegno concreto del ripensamento dello spazio urbano della città, è un processo articolato ma necessario per condividere in modo chiaro la nostra azione, con chiarezza e trasparenza ma senza perde l’ampiezza e la complessità del nostro progetto.
Capire perché è nato e com’è iniziato tutto il processo è fondamentale per conoscere la natura, i valori e gli intenti condivisi di chi ha creduto che Udine dovesse cambiare per proiettarsi in un futuro più sostenibile e vivibile dalle persone.
6 dicembre 2018: per reagire all’insostenibile riapertura al traffico del cuore della nostra città, presentiamo in Comune il quesito referendario. Da regolamento, abbiamo ora 3 mesi di tempo per raccogliere le 2000 firme autenticate necessarie. Dichiariamo da subito che termineremo la raccolta molto prima, entro il 15 gennaio, al fine di poter permettere lo svolgimento del referendum in contemporanea con le elezioni europee, evitando inutili aggravi per gli udinesi e garantendo anche un considerevole risparmio. L’indicazione che diamo fin dalla prima conferenza stampa è che occorre lavorare per la mobilità sostenibile: riduzione delle auto in virtù di vettori di trasporto più ecologici e consoni ad un contesto cittadino. Inoltre, occorre prendere le decisioni ascoltando in modo organizzato il territorio per costruire assieme una decisione.
13 gennaio 2019: ultimo giorno di raccolta firme, come da programma. In un mese circa, in soli 7 giorni di banchetti, raccogliamo complessivamente 3.480 firme (autenticate) di residenti udinesi.
17 gennaio 2019: il Comitato dei garanti si pronuncia positivamente sul quesito referendario, lo ritiene ammissibile.
21 gennaio 2019: consegniamo in Comune le firme raccolte, il cerchio si chiude! Da ora ci sono formalmente tutti i tasselli necessari per indire il referendum. Da ora il Comune ha 60 giorni per indire il referendum, fissando una data. In alternativa, è facoltà della Giunta proporre un atto in Consiglio che faccia venire meno la necessità della consultazione popolare acquisendone le richieste.
17 marzo 2019: in considerazione della scadenza del termine utile per il Comune per indicare una data di voto o per deliberare un atto che soddisfi le richieste del quesito referendario e viste le numerose notizie a mezzo stampa in cui il Sindaco esprime l’intenzione di pedonalizzare via Mercatovecchio e convergere sulle richieste avanzate con la nostra proposta referendaria, chiediamo un incontro chiarificatore.
18 marzo 2019: Sindaco e Giunta illustrano alla stampa una delibera di Giunta, da portare in Consiglio, che soddisferebbe le richieste del quesito referendario facendo venire meno la necessità di indirlo.
21 marzo 2019: incontriamo il Sindaco. Rileviamo con piacere l’effettiva intenzione di cambiare marcia e di voler iniziare a ragionare di un centro storico senza auto che, unitamente ad altre politiche, può rappresentare un’occasione di rilancio. Rileviamo però 2 vulnus nella delibera: l’interdizione al traffico avverrà solo a fine lavori e su alcune vie importanti si rinvia a una riflessione successiva. In virtù di ciò e consapevoli della pluralità di argomenti che occorre affrontare per prendere una decisione, chiediamo l’istituzione di un tavolo di lavoro capace di dialogare in modo funzionale con il territorio e coadiuvato dai tecnici. Questo deve servire a creare una decisione dopo l’ascolto e il confronto con il territorio, a partire dagli udinesi che si sono espressi con forza e consapevolezza tramite le loro firme. Le tematiche sono numerose: la riorganizzazione del trasporto pubblico, le caratteristiche e l’ampiezza della ZTL e delle aree pedonali, la mobilità ciclistica, quella delle automobili, l’arredo urbano… e non fanno riferimento al solo centro storico perché Udine è un organismo unico.
25 marzo 2019: in Consiglio comunale viene presentata la delibera di riconferma del divieto al transito dei veicoli a fine lavori. Verrà approvata assieme ad un Ordine del giorno volto a istituire un tavolo di confronto. Questi atti vengono deliberati sostanzialmente all’unanimità. Questo è un primo passo in avanti, nei contenuti e nel metodo. Quando gli udinesi si muovono con decisione e in modo ragionato, possono ottenere questi risultati e mettere in carreggiata le questioni. Ora però c’è molto da fare e noi sappiamo che il diavolo si può nascondere nei dettagli. Invitiamo la politica a non dissipare questo primo importante passo in avanti: il confronto con i cittadini che hanno avviato il percorso referendario e i vari portatori di interesse deve avvenire nella fase di creazione della decisione, non a giochi fatti! Il tavolo non deve servire a spiegare una decisione già presa ma a illustrare le intenzioni dell’amministrazione e a creare una decisione assieme tenuto conto del raffronto con il territorio e con i tecnici.
5 aprile 2019: riunione del Comitato dei garanti, organo previsto dallo Statuto comunale e idoneo a valutare l’idoneità della delibera consiliare a evitare il referendum consultivo. La riunione dell’organo (composto dal Segretario comunale, revisore dei conti del Comune e presieduto da un dirigente regionale) prevede l’audizione del comitato promotore del quesito referendario. Rileviamo le carenze della delibera: non c’è un termine preciso relativo all’entrata in vigore della delibera stessa; alcune vie rilevanti previste nel quesito referendario non sono ricomprese nella suddetta delibera; il tavolo di confronto richiesto per affrontare il tema della mobilità udinese è stato deliberato in una versione troppo ridimensionata rispetto a quella proposta non garantendo agli Autostoppisti, e dunque alla cittadinanza da loro rappresentata, un’interlocuzione diretta a fronte del venire meno del referendum e di una delibera che non accoglie per intero le richieste del quesito referendario.
18 aprile 2019: il Comitato dei garanti comunica al Sindaco e agli “Autostoppisti” la decisione di considerare la delibera consiliare idonea a evitare il referendum MA ha ritenuto valide e meritevoli di considerazione le osservazioni del “Comitato Autostoppisti” chiedendo all’Amministrazione Comunale di rendere gli “Autostoppisti” interlocutore privilegiato del Comune al tavolo di concertazione che si intende aprire e deliberato in Consiglio e di rendere noto un possibile termine di ultimazione lavori.
20 settembre 2019: finalmente l’amministrazione comunale convoca il tavolo di lavoro che si riunisce la prima, e per il momento unica, volta. In tale circostanza l’amministrazione comunale non presenta nessun documento concreto sulla base di cui poter avviare un ragionamento e chiede ai partecipanti da lei invitati (Comitato autostoppisti, Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Ordine degli architetti, Ordine degli ingegneri, Consumatori attivi, Acquirenti) di fornire il proprio riscontro entro il 15 ottobre su alcuni importanti macro temi correlati fra loro: la riforma della ZTL e dell’area pedonale, il nuovo piano del Trasporto Pubblico Locale e il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
15 ottobre 2019: su iniziativa del Comitato autostoppisti, tutti i partecipanti hanno risposto con un documento congiunto in cui, tra le varie, si faceva presente che “Proposte costruttive in merito alla mobilità sostenibile ed alle tematiche ad essa connesse che riguardino la città di Udine richiedono da parte dei componenti del tavolo la conoscenza dei piani programmatici di codesta Amministrazione (…) Si chiede dunque che al prossimo incontro del tavolo di concertazione sia presente la Giunta al fine di poter fornire i vari Assessori quelle informazioni essenziali alla luce di quanto sopra esposto”. Inoltre, tutti i membri del tavolo, precisavano che “(…) non può che osservarsi come le linee guida europee sulla mobilità sostenibile, create per aiutare i territori e le Autorità locali a rispondere alle richieste di mobilità cittadina delle persone e delle realtà economiche, rappresentino lo strumento idoneo e più avanzato a cui fare riferimento. L’attuazione dei principi e dei metodi in esse contenuti possono garantire efficacia ed efficienza nella gestione della materia riuscendo a contemperare i diversi legittimi e fondamentali bisogni di una città: funzionamento economico, mobilità e accessibilità ai luoghi, sicurezza, salute e qualità ambientale. Garantiscono inoltre un altro importante vantaggio: di adottare decisioni armoniche con una visione di lungo periodo e con valori/obiettivi predefiniti, evitando provvedimenti disarticolati e minimizzando il rischio di insuccesso dei cambiamenti”. E ancora che “L’adozione di politiche di mobilità integrata aderenti alle linee guida europee sulla mobilità sostenibile consentono di far accedere più persone ai luoghi con meno automobili, utilizzando lo spazio ad esse in precedenza riservato per favorire modalità di trasporto che occupano minor spazio pubblico e che sono a minor impatto (pedoni, mezzi pubblici, biciclette) o per altri usi (es. dehors, arredo urbano, verde urbano, ecc.). In tal modo si contribuisce a creare un ambiente che favorisce anche le altre politiche, altresì necessarie, di rilancio e rivitalizzazione del centro storico.”
13 dicembre 2019: In attesa della nuova riunione del tavolo, il Comitato autostoppisti ha trasmesso all’amministrazione comunale una proposta sulla riorganizzazione dello spazio urbano entro il ring cittadino. Proposta elaborata con l’ordine degli architetti e preventivamente discussa con tutti gli altri membri del tavolo di lavoro anche in assenza di una convocazione da parte del Comune. Nelle more della conoscenza dei piani programmatici dell’Amministrazione comunale, si tratta di una possibile traduzione pratica degli intenti già espressi nel documento trasmesso il 15 ottobre. Tale documento ha trovato l’adesione di metà dei componenti del tavolo di lavoro (Comitato autostoppisti, Ordine degli architetti, Confesercenti, Acquirenti) e costituisce un solido punto di partenza che si mette a disposizione dei lavori del tavolo, e della città nel suo complesso, per i futuri confronti.
21 settembre 2020: solo a un anno di distanza l’amministrazione comunale finalmente riunisce per la seconda volta il tavolo di lavoro, senza aver preventivamente fornito alcun riscontro a tutti i documenti trasmessi. In tale seduta viene dato un sommario riscontro rispetto al documento da noi trasmesso il 13 dicembre 2019, facendo presente che l’amministrazione ha cercato di recepire alcune indicazioni nell’ambito delle proprie politiche, ad esempio attraverso la propria iniziativa “Udine sotto le stelle”. In tale seduta si è poi illustrato a tutti i membri del tavolo la cosiddetta “nuova area pedonale”. A tal proposito, in data 29 settembre abbiamo tempestivamente fornito riscontro in modo puntuale con riferimento a diversi aspetti di varie zone del centro storico coinvolte: via Stringher, tratto iniziale di via Savorgnana, piazza Duomo, piazza Libertà, Mercatovecchio, piazzetta Marconi, piazzetta San Cristoforo. Preso atto di come volessero sostanzialmente cristallizzare una situazione pedonale di fatto, senza apportare tutti i cambiamenti necessari, abbiamo poi osservato che sebbene l’impianto organizzativo “area pedonale – ztl – zpp” rappresenti un modello potenzialmente idoneo a regolare il diverso grado di presenza di veicoli a motore in diverse aree della città, non sembra esserlo nel caso pratico illustrato dal Comune che vede coinvolta un’area troppo limitata. Si applica infatti un impianto regolatorio che non sembra adeguato alle dimensioni del contesto territoriale. Osserviamo però che, ancora una volta, non ci sono state trasmesse sufficienti informazioni per riuscire ad esprimere un preciso e fondato giudizio perché conoscere le previsioni per il trasporto pubblico, per la mobilità ciclabile ed in generale della mobilità dell’intera area urbana è essenziale per valutare l’efficacia delle proposte formulate. Un ragionamento per settori non coordinati, sia dal punto fisico che concettuale, appare infatti estremamente limitante. Anche a queste osservazioni, sia generali che puntuali sui singoli luoghi, non viene dato alcun riscontro.
28 gennaio 2021: ci viene trasmessa la bozza di regolamento della ZTL per eventuali osservazioni. In data 3 febbraio abbiamo dato riscontro al documento con alcune osservazioni puntuali su uno schema regolatorio che si dimostrava sostanzialmente coerente con quello precedente. Nel riscontro da noi fornito, però, oltre a mettere nuovamente in evidenza numerosissime indicazioni già fornite in precedenza, non abbiamo potuto non ricordare come il ruolo del Tavolo di lavoro, diretta conseguenza dell’iniziativa referendaria dei cittadini udinesi ed il cui quesito veniva promosso dal “Comitato Autostoppisti”, dovrebbe essere quello di aiutare l’amministrazione a definire una nuova “impronta di mobilità” della città. Tutto questo consapevoli che il successo di una città e la sua vitalità è strettamente legato ad un attento equilibrio fra la necessità di un’ampia accessibilità delle persone agli spazi centrali ed i mezzi di trasporto più idonei con cui ottenere tale risultato preservando ambiente, qualità degli spazi, valori immobiliari e vivibilità. A tal proposito, abbiamo nuovamente sottolineato come occorra lavorare verso un’ipotesi generale tesa a considerare le automobili come “ospiti” da indirizzare in modo guidato, evitando il traffico parassitario e la sosta illegale. In quest’ottica abbiamo evidenziato che assume enorme importanza il ridisegno puntuale dello spazio urbano a favore di pedoni, bici e simili e mezzi pubblici (motivo per cui in data 13 dicembre 2019 abbiamo formulato una solida e condivisa proposta di lavoro in tal senso, a cui non è ancora stata data adeguata risposta). Abbiamo infine rilevato che, in seguito alle due riunioni del Tavolo di concertazione e nonostante tutte le osservazioni trasmesse, non ci sembrava affatto che il Tavolo stesse affrontando adeguatamente l’argomento. Continuare a ragionare su questo tema in maniera compartimentale e saltuaria, senza una concordanza di direzione alla base, non consente di ottenere i risultati positivi che tutti auspichiamo.